Sky del canto 2016

Sky del canto
Carvico, 3/4/16


Il Canto è sempre il Canto. Può essere dolce, melodico, può guidarti facilmente a vette di emozioni altresì inarrivabili…oppure può rivelarsi nella sua più cruda e austera semplicità: una salita massacrante, ripida, tale da stroncare, dopo 16 km di gara, ogni tua velleità di prestazione. 

Domenica perfetta: clima tiepido e sentieri asciutti, resi morbidi dalle piogge delle settimane passate. Organizzazione griffata Carvico Skyrunning impeccabile, con quasi 2000 persone tra la gara competitiva e le camminate da 6-10-16 e 21 km.

Si parte, e subito mi accorgo che, nonostante la prova del Dario & Willy di due giorni prima, le gambe girano bene. In un attimo sono al primo ristoro e mi fiondo nel bosco. Una caratteristica di questa sky sono i tratti interminabili di “mangia e bevi” nervosi, mai banali, da affrontare sempre a tutta, anche perché con 600 partenti c’è sempre qualcuno che ti ansima sul collo quando rallenti per prendere fiato.

Secondo ristoro alla fine della prima salita e, ahimè, complice la concomitanza con tutte le camminate non competitive, l’acqua è già finita e rimane solo il the caldo. Pace…riparto smadonnando e mi sfogo spingendo a tutta sui ciottoli che, per una volta asciutti, conducono in località Fontanella. Breve tratto di asfalto e di nuovo “mangia e bevi”. Tante persone delle non competitive che si fermano e applaudono, impagabile. Ma non c’è tempo per il contorno, continuo ad andare bene, ma sento il bisogno del gel che ho in tasca sempre più vicino. La salita finale Max, ricordati….

Tornantino e strappo del Santuario sotto il sole che inizia a scottare…per fortuna il terzo ristoro è vicino e, in perfetto stile gare estive, mi svuoto una intera bottiglietta di acqua gassata sulla zucca: libidine! Altro tratto nel bosco e noto che sto iniziando a superare qualche runner in evidente crisi da ultimo terzo di gara. Bene mi dico, resisti al richiamo del gel fino all’ultimo ristoro che ci giochiamo la Scala Santa.

1h 40’ e sono alla base dell’ultima fatica. Pascal (Egli il vincitore), ha già tagliato il traguardo da tre minuti, un marziano. Io, beatamente, ingollo il gel e riparto: a noi due finalmente! Il primo tratto non è più difficile delle salite affrontate fin qui, ma i runner lenti si moltiplicano, e non sempre è facile passare. Questa è una cosa che da fastidio, lo so per esperienza: quando non ne hai più non c’è niente di peggio che essere superati da uno con il coltello tra i denti che schiuma rabbia agonistica ad ogni passo ma, d’altra parte, me la sono tenuta li per tutta la gara, ed ora la voglio sputare fino a che non crollo.

Conto i sorpassi: 5-10-15-20….poi perdo il conto. Arrivo sul piano e ritrovo una ragazza coi braghini in finto jeans che mi aveva passato all’inizio. Nessuna pietà, svernicio anche lei. L’ultimo strappo verticale verso la cima è affollato di bradipi stanchi. Mani per terra e supero nel sottobosco che mi urtica le gambe. L'ultimo sorpasso lo tengo per Andrea, un runner amico che oggi ha fatto un garone. Pacca sulla schiena, complimenti, e mi getto a capofitto in una delle mie discese preferite. 

E di questi 10 minuti mi colpisce la solitudine. E’ come se il Canto, improvvisamente, si fosse ammutolito e mi avesse lasciato solo il silenzio, interrotto dal rumore secco dei miei passi sulla terra, a farmi riflettere sul senso di questa mattina di inizio Aprile. E così mi perdo nei miei pensieri. Solo pochi minuti, ma abbastanza per regalarmi una dimensione intima che solo la fatica sa far emergere.

Raggiungo un altro paio di runners quando ormai il bosco lascia spazio all'asfalto ma, non appena ci arrivo, sento l’avvisaglia di un crampo al polpaccio sinistro….poi al destro….poi mi dico: ok, per oggi è abbastanza! 4 frecce e solo lo sprint sul rettilineo finale per tener dietro la ragazza dei jeans che, nel frattempo, mi ha quasi raggiunto.

Bene Ale Valagussa, un paio di minuti avanti, e Ale Ventu, che soffre tutta gara a causa delle sue Salomon nuove, pescate nel cestone di Affari & Sport a 49 € e che, unitamente ai crampi, l’hanno fatto soffrire fin dal primo km. Ottimo terzo tempo con amici OSA, SEV e Team Pasturo.



MAX