Mandello-Onno-Mandello
9/07/2017
“Black coffee” corretto Braulio è la colazione dei campioni prima della
Mandello Onno andata e riitorno, il tratto di lago con acque sì dolci ma anche
nere, nere come il fondo ove i raggi di Apollo non osano scendere, un luogo
oscuro ove dorme sonni privi di sogni qualcosa che ha radunato centinaia di nuotatori al molo
Falk di Mandello lido.Senza scarpe da corsa all’ultimo grido, in questo sport
fatto di silenzi servono braccia e gambe, mentre tutto il resto del corpo deve
coordinarsi per sviluppare l’idrodinamica perfetta e scivolare al meglio sul
freddo regno di un Nettuno “wavesless” senza sale.
Allo sparo delle 10 in punto una serie di tuffi da zero punti scuote le
acque torbide di Mandello beach ed il
branco di Piranha salpa vorace verso il largo con l’intento lucido di spolpare
il demone di idrogeno e ossigeno che colma
il bacino di pietra “di quel ramo del lago di Como”.
Nel primo tratto di gara le bracciate paiono carezze ordinate ed un respiro
ritmico “made in Switzerland” ti fa sentire in armonia coi monti e con le
centinaia di boe colorate che ti circondano ma dopo il
dietro-front a Onno, le mani menano schiaffi sonori sulle acque e ogni
nuotatore nei paraggi è fonte di disturbo con tanto di imprecazioni da sputare
al cielo.Quando si inizia a intravedere l’arco gonfiabile dell’arrivo però, riemerge lo spirito sportivo e dopo le ultime bracciate si può toccare di
nuovo terra e stringere la mano ai volontari della croce rosse che sorridendo,
ti chiedono se va tutto bene.
Alla tavolata del pasta party durante il post-gara sto
guardando sul cell il pre-gara di Anna Voloshina e mi immagino quanto ci
avrebbe messo se si fosse iscritta a
questa gara, anzi no, in realtà mi sto
immaginando tutt’altro...
3000 metri sul livello del lago
IG